Disclaimer, recensione: La miniserie di Alfonso Cuarón presentata a Venezia è un thriller sofisticato
Cate Blanchett e Kevin Kline sono i protagonisti di una storia di vendetta che parla anche di pregiudizi, del potere della narrazione e dell'importanza della verità. Arriva dall'11 ottobre in streaming su Apple TV+, ma l'abbiamo vista in anteprima: la nostra recensione.
Anche le vite che ci sembrano più perfette nascondono dei segreti che possono farle colare a picco. Ma sono soprattutto i pregiudizi e ciò a cui decidiamo di credere a influenzare la nostra percezione della realtà. O, addirittura, a stravolgerla. Disclaimer, la prima serie interamente scritta, prodotta e diretta da Alfonso Cuarón, parla di questo, ma non solo. Si tratta di un'operazione unica nel suo genere, una sfida a cui il regista premio Oscar non si era ancora sottoposto. La miniserie, lunga 7 episodi e basata su un romanzo thriller bestseller scritto da Renée Knight, debutterà l'11 ottobre in streaming su Apple TV+. Proprio per l'eccezionale valore autoriale dell'opera, Disclaimer è stata presentata in anteprima fuori concorso all'81esima Mostra internazionale del cinema di Venezia che, ormai da qualche anno a questa parte, sta dando sempre più spazio anche alle serie tv (serie che spesso, come in questo caso, non hanno nulla di meno di un film d'autore).
Disclaimer: Ogni riferimento a persone, vive o morte, non è puramente casuale
Ricordi, ricostruzioni, verità e finzione si mescolano in Disclaimer che, come suggerisce il titolo, fin dall'inizio ci dà il tipico avvertimento che precede spesso un'opera di finzione ma lo stravolge. Stavolta "ogni riferimento a persone, vive o morte, non è puramente casuale". È ciò che legge nella prima pagina di un misterioso romanzo, fattole recapitare, la protagonista di questa storia Catherine Ravenscroft. Interpretata da Cate Blanchett, Catherine è una giornalista rispettata e premiata che ha costruito la sua reputazione rivelando spesso i vizi e le trasgressioni degli altri. Quando riceve un romanzo intitolato 'The Perfect Stranger' da un autore sconosciuto, si rende conto che quel libro parla di lei, di una storia del suo passato, e minaccia di mettere a nudo i suoi segreti più oscuri.
Per evitare che il suo passato distrugga la sua vita apparentemente perfetta e per proteggere il marito Robert (Sacha Baron Cohen) e il figlio Nicholas (Kodi Smit-McPhee), Catherine cerca in tutti i modi di scoprire l'identità dello scrittore. La sua diventerà una corsa contro il tempo e contro un nemico che ha deciso di cercare vendetta e ha trovato in lei la sua vittima. Si tratta di Stephen Brigstocke (Kevin Kline), professore a fine carriera che sembra non avere più uno scopo nella vita dopo la morte del figlio, avvenuta tanti anni prima, e della moglie (interpretata nei flashback da Lesley Manville). Il resto del cast comprende Louis Partridge (Enola Holmes) nel ruolo del figlio di Stephen Jonathan, Leila George (Animal Kingdom) in quello di Catherine nei flashback e l'attrice di Squid Game Hoyeon nei panni di una giovane donna ambiziosa che lavora per Catherine.
Recensione di Disclaimer: Diverse voci e diversi stili per una storia dove non tutto è come sembra
La narrazione di Disclaimer va nervosamente avanti e indietro nel tempo confondendo, almeno all'inizio, lo spettatore. Ma poi esplode con continui colpi di scena da manuale del genere thriller psicologico - che Cuaròn mostra di saper ben padroneggiare - che lasciano le cose in sospeso fino all'ultimo episodio. È una serie che richiede pazienza, ma ci ricompensa con le straordinarie performance degli attori e con un racconto che diventa sempre più seducente e sorprendente quanto più si avvicina al finale. Pian piano scopriamo quale sia il segreto che tormenta Catherine, legato a una vacanza estiva fatta in Italia nel 2001, e la vediamo scendere a patti con lo stesso nel presente. Allo stesso modo, assistiamo alla discesa negli Inferi di Stephen, mosso da infinito odio e dal desiderio di umiliare la donna.
Ma con sofisticate trovate (voci narranti diverse, una fotografia soft e polverosa nel passato, cupa e desaturata nel presente, per esempio) Alfonso Cuarón ci mette in guardia: non tutto è come sembra e la stessa storia, se narrata in modi e forme diverse, può diventare un'altra. Perché la complessità del mondo non si può ridurre in un solo punto di vista, neppure se quel punto di vista è di un regista premio Oscar.
- Giornalista professionista
- Appassionata di Serie TV e telespettatrice critica e curiosa