Wicked è un successo in digitale col noleggio Premium, la Universal commenta la strategia

Anche se nel mondo del cinema l'emergenza pandemica si è dissipata, la conversazione sulle cosiddette "finestre" non ha perso vigore: quanto tempo deve trascorrere tra l'uscita in sala di un film e la sua disponibilità in digitale? Ci sono diversi modelli, ma Peter Levinsohn, Presidente del settore Global Distribution della Universal, ne ha difeso uno in particolare, durante un incontro al CinemaCon. Erano presenti anche Eduardo Acuna, CEO della catena americana Regal Cineworld, e il regista Joseph Kosinski, dietro a Top Gun: Maverick e al prossimo F1. È stato il successo in digitale di Wicked ad avviare la conversazione. Leggi anche Wicked: For Good, svelato il primo poster del sequel al CinemaCon di Las Vegas

100 milioni di dollari per Wicked in PVOD: è un segnale?

La prima parte del musical Wicked è stata un solido successo per la Universal: forse in Italia non ce ne siamo accorti, a causa di una certa freddezza verso il genere qui da noi, però il film di Jon M. Chu con Ariana Grande e Cynthia Erivo, vincitore di due premi Oscar per scenografia e costumi, ha incassato nel mondo 747.290.000 dollari (fonte Boxofficemojo). Con un budget stimato sui 150 milioni da Variety, la trasposizione si è rivelata un affare che dovrebbe proseguire con Wicked: For Good, la seconda metà in uscita a fine anno. La Universal è però da diversi anni tra le major più attente allo sfruttamento ragionato dei film in digitale, gestendo peraltro la piattaforma proprietaria Peacock (da noi attiva tramite Sky). Con una modalità che in Italia conosciamo anche come Primafila, Wicked come tanti altri film è approdato in formula PVOD, cioè "Premium Video On Demand", il noleggio ad alto costo, molto vicino all'uscita in sala. La particolarità è che in quel modo ha fruttato alla Universal altri 100 milioni di dollari.
Levinsohn non fa finta di nulla: "Noi siamo innanzitutto una compagnia che parte dalle sale. Il cinema costituisce le nostra fondamenta, guida ogni singola cosa che facciamo. È lì che creiamo un marchio, lì si crea il valore per tutte le distribuzioni secondarie. Ma dobbiamo essere dalla parte del consumatore, e il consumatore non vedrà ogni singolo film al cinema. [... rifinire le finestre d'uscita tra sala e digitale...] ha aumentato i nostri profitti, specialmente per i film piccoli o medi, cosa che ci ha consentito di fare più film. E non c'è dubbio che presentiamo il maggior numero di proposte nel settore. [... spostare un film direttamente in streaming su abbonamento è invece...] sostanzialmente più distruttivo per il sistema, ci manteniamo cauti."
Mentre Kosinski ribadiva di pensare sempre ai suoi film in funzione del grande schermo, l'esercente Acuna metteva in guardia verso l'ottimismo Universal: a suo parere il pubblico non è così cosciente della differenza tra PVOD, TVOD (noleggio / acquisto a prezzo normale) e SVOD (abbonamento a una piattaforma). Per Acuna, quando l'utenza vede che un film sta traslocando in digitale, non lo recupera più in sala a prescindere e comincia ad aspettare la modalità migliore per vederlo a casa.