L'Arte della gioia: Perché uno dei film più nominati ai David di Donatello è una serie?
Con ben 14 nomination, L'Arte della gioia di Valeria Golino è tra i titoli più nominati ai settantesimi David di Donatello, eppure non è un film, ma una serie di 6 episodi: cosa dice il regolamento dei premi e perché può competere tra i migliori film dell'anno.

- L'Arte della gioia: Perché la serie concorre ai David di Donatello
- Tutte le nomination de L'Arte della gioia
- Il precedente di Esterno Notte
È successo ancora: la giuria dell'Accademia del Cinema Italiano, che ogni anno premia i migliori film prodotti nel nostro Paese, ha riconosciuto la qualità e l'eccellenza di un prodotto che film non è, ma che di certo merita l'attenzione e tutti gli elogi e i premi che (siamo sicuri) arriveranno. Parliamo di L'arte della gioia, la serie Sky Original diretta da Valeria Golino e basata sull'omonimo romanzo di Goliarda Sapienza. Disponibile su Sky e in streaming solo su NOW , la miniserie di 6 episodi ha ricevuto ben 14 candidature ai David di Donatello 2025, risultando uno dei titoli più nominati in vista della prossima edizione dei prestigiosi premi che verranno consegnati il prossimo 7 maggio. Può un prodotto seriale, quindi a episodi, competere nelle stesse categorie dei film in senso stretto? La risposta, evidentemente e tecnicamente, è sì. E vi spieghiamo perché.
Entra subito in NOW e guarda L'Arte della gioiaL'Arte della gioia: Perché la serie concorre ai David di Donatello
Perché L'Arte della gioia, pur essendo una serie, si trova candidata nelle stesse categorie di film come Parthenope e Berlinguer - La grande ambizione? La risposta è semplice: prima di approdare su Sky e in streaming su NOW lo scorso 28 febbraio, la potentissima serie diretta da Valeria Golino è uscita al cinema con Vision Distribution in due parti la scorsa estate (precisamente il 30 maggio e 13 giugno). Il passaggio prioritario al cinema, dunque, è il requisito che serve per concorrere ai David di Donatello. Il regolamento 2025, infatti, all'articolo 2, comma a recita: "Concorrono ai Premi David di Donatello i film di lungometraggio italiani destinati prioritariamente alla sala che siano stati programmati in prima visione in almeno 2 sale cinematografiche italiane con tenitura di 7 giorni comprensiva del weekend nel periodo 1° gennaio - 31 dicembre".
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La serie che adatta liberamente l'omonimo e scandaloso romanzo postumo di Goliarda Sapienza raccontando la storia della vivace e ribelle Modesta porta a casa ben 14 nomination ai David di quest'anno, figurando in tutte le categorie principali nonché in quelle tecniche. Prodotta da Sky Studios e da Viola Prestieri per HT Film, L'Arte della gioia rientra nella cinquina dei migliori film dell'anno, in quella per la Miglior regia (a Valeria Golino), per la miglior sceneggiatura non originale (a Valeria Golino, Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella, Stefano Sardo) e vede nominato tutto il suo cast principale: Tecla Insolia fra le migliori attrici protagoniste dell'anno, Valeria Bruni Tedeschi e Jasmine Trinca portano a casa la nomination come Miglior Attrice non protagonista, mentre Guido Caprino quella per Miglior attore non protagonista.
L'Arte della gioia vede nominato anche quasi l'intero suo comparto tecnico, portando a casa nomination per il miglior Casting (ad Anna Maria Sambuco e Francesco Vedovati), Fotografia (Fabio Cianchetti), Scenografia (Luca Merlini per la scenografia, Giulietta Rimoldi per l’arredamento), Costumi (Maria Rita Barbera), Trucco (a Maurizio Fazzini), Montaggio (Giogiò Franchini) ed effetti visivi (al supervisore Francesco Niolu e al producer Rodolfo Migliari).
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Non è la prima volta che un prodotto seriale riceve le attenzioni della giuria dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello. Ricordiamo il caso di Esterno Notte di Marco Bellocchio, serie in sei puntate che ha raccontato il rapimento di Aldo Moro e che pure era uscita al cinema in due parti. Dopo aver ricevuto ben 18 candidature ai David di Donatello 2023, la serie di Bellocchio aveva vinto quattro premi (regia, migliore attore protagonista, montaggio e trucco). Senza nulla togliere a prodotti come Esterno Notte e L'Arte della gioia - che non hanno nulla da invidiare ai film competitor e che meritano senza dubbio di essere elogiati dai giurati e visti dal pubblico -, l'occasione ci invita a fare una riflessione: perché un prodotto televisivo italiano, spesso anche con una lavorazione ancora più lunga e faticosa di quella necessaria per un film, per ottenere riconoscimenti deve essere definito necessariamente (con un espressione poco felice) "film a puntate"? Come se la definizione di "serie tv" da sola portasse sulle spalle il peso di un prodotto considerato "di serie B" rispetto a un film. E perché è solo il passaggio sul grande schermo a fare la differenza? Si tratta di un sistema che inevitabilmente esclude analoghi prodotti qualitativamente eccellenti ma che, per vari motivi, non hanno potuto godere del privilegio del passaggio in sala. Forse i tempi sarebbero maturi per pensare alla possibilità di introdurre dei premi David "gemelli" conferiti esclusivamente alle serie tv, e non per questo meno prestigiosi.
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