Il Modigliani di Scamarcio che somiglia molto a Johnny Depp
Modì è il nuovo e atteso film diretto da Johnny Depp, assente a sorpresa all'incontro con la stampa sul film in occasione della Festa del Cinema di Roma. Sentiamo però il protagonista Riccardo Scamarcio che ha fatto le veci anche del regista.

Si è parlato tanto, quasi solo di lui. Ma non c’era, a causa di un ritardo del volo che lo ha portato a Roma. Questa è la versione sull’assenza di Johnny Depp data in apertura di conferenza stampa del suo film da regista, a ventisette anni dall’esordio The Brave, il coraggioso. Modì - tre giorni sulle ali della follia è uno dei film più attesi della Festa del Cinema di Roma, dopo un’accoglienza fredda al Festival di San Sebastian. A prendere il proscenio è stato il protagonista del film, il Modigliani del titolo, un Riccardo Scamarcio a suo agio nel divertirsi perfino a rispondere come Johnny. Non che non sia sufficiente vederlo improvvisare con passione parlando dell’esperienza incredibile di un attore italiano che recita una lunga scena insieme ad Al Pacino, in un film diretto da Johnny Depp.
Modì, è incentrato sulla vita dell'artista Amedeo Modigliani pittore e scultore italiano noto soprattutto per la sua tecnica ritrattistica, caratterizzata dal volti dallo sguardo spento e colli affusolati. In particolare, il film si concentra sulle 48 più turbolente della sua vita di Modì, mentre fugge dalla polizia a Parigi. Nei panni degli amici e compagni bohémien dell'artista, Maurice Utrillo (Bruno Goery) e Chaïm Soutine (Ryan McParland) oltre alla musa e amante, Beatrice Hastings (Antonia Desplat) Nel cast del film anche Luisa Ranieri, la cuoca e modella Rosalia Tobia
Tutto è cominciato con una chiamata via zoom, mentre alle dieci di sera l’attore pugliese era fermo in una stazione di servizio in autostrada, con figlia e tata in macchina, e Depp nel suo ufficio di Londra.
“È durata un’ora e un quarto”, ha detto Scamarcio, “anche in quell’occasione l’aereo aveva fatto tardi, la call era prevista alle 7 e invece ci siamo sentiti alle 10. Come dice un personaggio nel film, però, procrastinare è nello spirito dell’atto creativo. Uscire da una gabbia del dover fare le cose, trovando una dimensione più autentica e libera. In questo rapporto nato fra me è Johnny è andata così. Il primo giorno di riprese mi hanno detto scusandosi che la scena era stata tutta riscritta a un’ora dal ciak. Io mi sono detto, è un Paradiso, perché neanche l’altra avevo imparato. Così almeno ero giustificato. Così abbiamo fatto il film, in uno scambio anche con gli altri attori, un divenire continuo e sempre pronti ad accogliere gli incidenti. A far sì che la scena ci suggerisse la strada giusta da prendere. Per me è stata un’esperienza incredibile. Ovviamente sono un suo fan, lo ritengo un artefice incredibile più che un attori. Abbiamo tanto parlato di cinema, dei suoi incontri con Marlon Brando, delle avventure vissute e come ha messo in piedi i suoi personaggi. Una serie di pensieri che segretamente ho coltivato in tutti questi anni facendo questo mestiere. Incontrare una persona come lui che mi confermava quello in cui avevo creduto e investito, come atteggiamento lavorativo: arrivare a un passo dal baratro, lì sul filo in cui si trova un humus creativo interessante. Altrimenti si sta sempre a fare il compitino. Mi sono dato a questo film perché avevo al fianco un grandissimo artista e un regista che si fidava di me e mi ha fatto sentire amato. È il motivo per cui faccio questo mestiere”.
Sulla possibilità di trovarsi davanti ad Al Pacino in una delle scene chiave del film, così commenta con ironia il protagonista. “Quando sono arrivato sul set di Budapest non avevo capito bene qual era il personaggio che avrebbe interpretato. Avevo letto il copione una volta, di getto, un mese prima. Per scaramanzia, ma anche perché ero convinto che non sarebbe mai accaduta una cosa del genere, un film in cui io ero il protagonista e Al Pacino il mio comprimario. Invece poi è successo. È stata una cosa incredibile, l’abbiamo girata a Los Angeles, ci siamo parlati e Al è stato di una gentilezza estrema, sono stato a casa sua, dove abbiamo passato una giornata insieme. Giustamente voleva che ci conoscessimo. Una conferma di una leggenda del cinema mondiale, che ha recitato film per cui tutti siamo impazziti, una delle ragioni per cui ho deciso di fare questo mestiere. Una scena che era di quindici pagine, poi anche questa Johnny Depp l’ha riscritta ed era diventata di ventisette. E avevo un’ora di tempo per impararla. Questa volta ero meno contento. A quel punto mi sono detto, se lui pensa che io possa farcela, in queste condizioni, allora ce la faccio. E così è andata, la scena ha respirato questa precarietà. Nelle condizioni ideali, trattandosi del rapporto fra l’artista Modigliani e chi ha i soldi e finanzia l’arte”.