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The Legend of Ochi, il film a metà strada tra realismo e fantasia, tra artigianato cinematografico e sensibilità moderne

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Il film d'avventura The Legend of Ochi di Isaiah Saxon, al cinema dall'8 maggio con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, racconta l'amicizia tra una ragazzina e una creatura speciale, in una rilettura fantastica del vero rapporto tra essere umano e animali. Nel cast Helena Zengel, Willem Dafoe, Finn Wolfhard ed Emily Watson.

The Legend of Ochi, il film a metà strada tra realismo e fantasia, tra artigianato cinematografico e sensibilità moderne

The Legend of Ochi è nelle sale italiane dall'8 maggio, distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, ed è un fantasy per famiglie dal particolare sapore europeo: omaggio a un certo modo di fare cinema degli anni Ottanta, non dipendente dalla CGI, si ambienta su un'immaginaria isola del Mar Nero, e vede interagire una ragazzina ribelle con un cucciolo molto particolare, appartenente a una specie di creature fantastiche molto temute... Il tutto in nome di un matrimonio tra fantasia e una messa in scena molto realistica e credibile. Dirige e scrive Isaiah Saxon, nel cast ci sono Helena Zengel, Willem Dafoe, Finn Wolfhard ed Emily Watson. Partiamo col presentarvene il trailer, per poi proseguire con la storia e i punti di vista di chi ha dato vita al film... chiuderemo con una scena in italiano.

The Legend of Ochi, la trama del film con Willem Dafoe e Finn Wolfhard

La protagonista di The Legend of Ochi è la giovanissima Yuri (Helena Zengel, già vista in Notizie dal mondo): vive su un isolotto del Mar Nero, dove suo padre Maxim (Willem Dafoe) e suo fratello Petro (Finn Wolfhard di Stranger Things) sono in prima linea nel difendere la loro gente dalla presunta minaccia delle creature non così leggendarie chiamate "Ochi" [pronuncia italiana "oci"]. Ma davvero gli Ochi sono così pericolosi? Yuri s'imbatte per caso nel cucciolo di uno di loro, riuscendo a comunicare con il piccolo mettendosi al suo livello, trovando un punto d'incontro tra essere umano e animale. Naturalmente il suo legame col piccolo viene presto scoperto dalla sua comunità, pronta a difenderla da quello che ai loro occhi pieni di pregiudizi suona come un evidente rapimento. Ma in realtà è una fuga, con una missione: restituire il cucciolo alla sua famiglia.

Isaiah Saxon e la missione di The Legend of Ochi: artigianalità del cinema, un abbraccio alla natura

Il concetto che guida The Legend of Ochi è la magia di un'interazione che non passa dalle parole. Saxon dice: "Provo questo disagio per il fatto che noi esseri umani facciamo affidamento sul linguaggio come principale forma di comunicazione. È difficile esprimermi a parole, quindi la mia medicina è fatta di musica, immagini, danza e movimento. Queste cose sono così primordiali e sono così profondamente accessibili perché ci siamo evoluti per percepirle prima di evolvere il linguaggio. [...] Mi interessa realizzare film non verbali." Un tema che s'incarna nella protagonista, che si lega a un animale, perché è "l'antidoto a tutto ciò che sono gli esseri umani: diretto, intuitivo, istintivo e non manipolatore e strategico come suo padre".
Queste intenzioni poetiche diventano stile, come spiega l'illustratrice Marie Nelson che ha lavorato con Saxon: "Fin dai primi giorni di sviluppo, Isaiah e io disegnavamo, dipingevamo e modellavamo il mondo negli storyboard. Ha questa ossessione per l'autenticità e il realismo radicato nella fantasia". L'ambientazione non è generica, ma concreta: con il compositore David Longstreth, della band Dirty Projectors, il regista ha studiato la musica dei Carpazi, pescando direttamente da alcune registrazioni del virtuoso del flauto di Pan, Fănică Luca, risalenti agli anni Trenta.
Realismo significa anche effetti speciali sul set, con la postproduzione digitale usata solo marginalmente: "C'è una magia nell’utilizzo dei pupazzi che risale in profondità nel nostro inconscio. [...] Anche quando si guarda il pupazzo controllato dall’animatore dall’alto, lo si accetta come un'entità vivente. [...] C'è computer grafica per le creature che corrono e saltano giù dagli alberi, ma quando si trattava di primi piani del viso, siamo andati completamente sul reale e abbiamo usato effetti fisici, sul set".
Finn Wolfhard, che poco dopo ha debuttato lui stesso alla regia, è stato felicissimo di condividere con Isaiah questo percorso: "È il modo più divertente di fare un film. Mentre si lavora non c'è niente di meglio che recitare con qualcosa che è davvero lì e non una pallina da tennis appesa davanti a un green-screen. Crea stupore, ti fa sentire come se fossi in un mondo diverso".
E questo mondo diverso ha sedotto subito anche Willem Dafoe: "Isaiah crea un mondo che non è né puramente realistico né totalmente fantastico. Dato l'elemento fantastico e l'approccio artigianale nel creare le creature, non sembra mai una produzione gonfiata. È umile ma ambiziosa nel suo aspetto e nella sua creazione, sembra riflettere un'altra epoca, la sensibilità di un mondo che abbiamo dimenticato o che non abbiamo mai conosciuto".

Una musica per comunicare, una scena in anteprima esclusiva da The Legend of Ochi

Per capire meglio il senso di una comunicazione non verbale, possiamo mostrarvi una scena in italiano dove Yuri incontra sua madre Dasha, interpretata da Emily Watson. La donna ha abbandonato il marito Maxim, anche perché in sintonia con la natura e con i particolari suoni che gli Ochi producono. Yuri forse ha sempre conosciuto i segreti di questa comunicazione, deve solo ritrovare dentro di sé quella particolare, atavica capacità.

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