Julie ha un segreto: la recensione del rigoroso dramma belga su una giovane tennista e il suo allenatore
Una storia silenziosa scandita dal rumore di una palla da tennis colpita dalla racchetta della giovane protagonista, un rigoroso racconto su un'adolescente e un silenzio doloroso sul suo allenatore. La recensione di Mauro Donzelli del film Julie ha un segreto premiato a Cannes.
Le sue giornate sono scandite come quelle di ogni adolescente, ma con un’intensità maggiore, quando dopo le mattinate a scuola le altre ore sono dedicate allo sport vissuto già in chiave agonistica, come proiezione per il futuro almeno altrettanto importante rispetto a quanto imparato in classe, dove le sue qualità di tennista le permettono un regime di favore e qualche concessione in più delle sue compagne. Se lo sport è metafora di vita pronta per essere raccontata, il tennis è perfetto per rappresentare la complessità dell’adolescenza, imponendo una solitudine spietata nel campo da gioco, in cui è con l’esperienza e rispondendo in prima persona dei propri errori che si può sopravanzare l’avversario, altrettanto solo, e progredire. Una storia di formazione, quindi, quella di Julie ha un segreto, che attraverso l’universo del tennis giovanile orientato già al professionismo osserva il mondo degli adulti, le sue contraddizioni e le paure con cui cerca di rivolgersi a un’età cruciale.
È quando si inceppa il meccanismo oliato delle giornate fatte di impegno, tutte uguali, che prende l’avvio questa rigorosa opera prima belga di Leonardo Van Dijl. Costantemente in sottrazione, in ossequio ai codici un po’ ripetitivi del cinema d’autore di quelle parti, non casualmente fra i produttori ci sono i fratelli Dardenne, segue praticamente in ogni fotogramma le giornate della Julie del titolo, giocatrice di talento, la migliore del suo circolo e in procinto di entrare nell’orbita della federazione nazionale. Ci viene fatto notare, in una digressione sociale forse ridondante, che è l’unica fra le compagne - tutte di famiglia molto benestante, più della sua - che non paga la retta. Il suo allenatore viene sospeso per un non precisato comportamento inadeguato con una sua allieva. Lei lo cerca, tutti le chiedono di parlare, non si sa bene cosa vogliono che dica. Gli adulti mettono in piedi una di quelle operazioni dettate da buon senso e “buone maniere”, così attente a non ferire da suscitare fastidio o un mutismo nell’adolescente, a cui tutto sembra assurdo.
L’assenza e il silenzio sono le principali caratteristiche di questo viaggio in poche settimane cruciali nella formazione della giovane Julie. L’assenza del suo allenatore, pur presente sotto forma di una cappa di inquietudine che alimenta la tensione che insegue il film, e il silenzio è quello della giovane protagonista, Tessa Van den Broeck, vera tennista in erba di talento, esclusa una discutibile volée di rovescio, se mi si permette. Scandito dal rumore della pallina sulla racchetta, e dall’angoscia di una ragazza che si trova a perdere il suo punto di riferimento, e a rimettere in discussione una relazione cruciale per la costruzione della sua carriera in divenire, il film affronta da un punto di vista inusuale la pressione sociale, la ricerca del successo di una giovane donna, oltre al rischio di dinamiche di potere così sbilanciate, insito nel rapporto fra allenatore e allieva, che rischia di sfociare nell’abuso.
Una vita dedicata al tennis, un corpo sollecitato dall’allenamento e dalla necessità di non infortunarsi, la cui presenza costante fa risuonare ancora di più il vuoto per la sparizione improvvisa del suo punto di riferimento, sostituito in tutta fretta, proprio nel momento in cui si decide il suo futuro agonistico. Talvolta respingente per la sua ossessione per la sottrazione, in fondo in linea con uno sport che richiede l’ossessione per la ripetizione del gesto come il tennis, Julie ha un segreto regala una storia di formazione originale e dolorosa, almeno fino al momento in cui la solitudine comprime la necessità alla condivisione, all’espressione piena della sua età e della dinamica di gruppo naturale per una giovane adolescente.
- critico e giornalista cinematografico
- intervistatore seriale non pentito